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Nell’immaginario comune, quando si parla di siesta si ha uno stereotipo classico e standardizzato: un uomo avvolto in un poncho, con il viso coperto da un sombrero appoggiato ad un muro sotto la calura torrida del Messico che sonnecchia pigramente per buona parte del pomeriggio. Il termine siesta risale dal latino “hora sexta”; ossia la prima ora del pomeriggio per gli Antichi Romani, ed è rimasto nell’uso comune per indicare il riposo in questa fascia oraria.

Questa usanza è però molto più antica ed è diffusa in moltissimi stati e regioni situate in zone in cui le temperature pomeridiane raggiungono livelli elevati; scoraggiando qualsiasi attività fisica.

Quindi è un uso tipico non solo in Messico e in Spagna, ma anche in Grecia; Croazia; Malta; Italia meridionale. Per poi arrivare in paesi asiatici, come India; Bangladesh; Cina meridionale e Vietnam. In alcune zone nel Nord del continente africano, oltre che, ovviamente, nell’America latina.

I tipi di siesta

Generalmente per siesta si intende, comunemente un “riposino pomeridiano”, che può durare più o meno tempo e che si svolge in diversi luoghi, sempre nell’immagine popolare su un’amaca, sotto un albero o addirittura per strada.
In realtà sotto questo vocabolo ritroviamo diversi tipi di riposo:

  • La siesta lampo: che dura al massimo 5 minuti, per ricaricare le energie;
  • Siesta relax: che può durare al massimo 30 minuti, per riposarsi dopo aver pranzato;
  • La siesta regale: che dura più di 30 minuti, per riprendersi dal Jet-lag o in casi particolari.

Quindi non è solo il sonno dopo un pranzo speziato e abbondante, ma la risposta ad un esigenza fisica diffusa, motivata dal caldo pomeridiano.

Nella cultura dell’America latina, è parso opportuno comunque stabilire le regole della siesta relax, affinché il ristoro sia ottimo, rispettandole si ottiene la siesta perfetta e svegliarsi di buon umore:

  • Distendersi su un letto con un materasso ottimo, o, in mancanza di questo, su un divano comodo;
  • La durata ideale è compresa tra i 15 e i 30 minuti;
  • Vanno eliminati tutti i possibili elementi di disturbo sonoro, che non concilino il sonno;
  • Se possibile non va impostata una sveglia, è meglio essere destati da una voce umana;
  • Spegnere il telefonino o disattivare la suoneria;
  • Una volta svegli concedersi un bicchiere di acqua fresca, magari accompagnato da un pezzo di cioccolata.

 

Il mito della siesta messicana

Contadini alla siesta

Abbiamo già detto che la siesta è comunemente connessa agli usi e costumi del Messico.
Questo però, ai nostri giorni, non trova un forte riscontro reale in questo grande e popoloso paese, anzi pare che sia l’esatto opposto, soprattutto nelle zone urbane e industriali del paese.
Infatti gli uffici hanno degli orari lavorativi del tutto analoghi a quelli italiani, mentre le fabbriche arrivano a coprire, con i turni, le 24 ore lavorative.
Lo stesso si può dire per i servizi, visto che, soprattutto nelle grandi città, come Città del Messico (la cui area urbana conta una popolazione di circa 20 milioni di persone), non sono rari attività e servizi che aprono alle 08.00 e chiudono dopo le 22.00, se non addirittura alla mezzanotte del giorno successivo.

È probabile che nelle zone rurali del paese, in cui l’industrializzazione e l’urbanizzazione non sono ancora giunte, l’usanza della siesta sia ancora viva e stabile. Ma, anche se così fosse, si tratterebbe ormai di una percentuale ridotta, che si aggira attorno al 20% della popolazione totale; dato che la maggior parte, si trova a vivere nei pressi di grandi agglomerati urbani; dove la vita ha ritmi molto più frenetici.

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