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Karl Anders Ericsson ha stabilito la regola delle 10000 ore di pratica, queste sono necessarie per eccellere in un certo ambito della vita. Tuttavia, gli studi più recenti dimostrano che la quantità può variare se non si è accompagnati da una buona dose di riposo.

 

Cos’è la regola delle 10000 ore?

Alcuni di voi forse hanno già sentito parlare della regola delle 10000 ore; in pratica questa è la quantità di tempo, secondo la ricerca di Ericsson (poi ripresa anche dal sociologo Malcolm Gladwell) necessaria a diventare dei professionisti in un ambito.

In pratica, il talento non conta nulla, se non è supportato dalla pratica. E la pratica va sostenuta per almeno 417 giorni. Tante sono 10000 ore. Gladwell sostiene che infatti tutti i fuoriclasse, nella musica, nello sport o nel lavoro, sono diventati tali soprattutto per via del costante allenamento cui si sottopongono. Quindi per diventare dei grandi bisogna avere talento, ma soprattutto pazienza.

La ricerca di Ericsson

Fondamentale per la conclusione raggiunta da Gladwell è stato lo studio, risalente al 1993, del sopraccitato Ericsson, psicologo specializzato nella ricerca sulle prestazioni umane. A quest’ultimo va attribuita l’importanza che ha l’allenamento (o la pratica) nel raggiungimento di prestazioni eccellenti.

Lo studio condotto da Ericsson ha preso in esame le abitudini di un gruppo di musicisti della Hochschule für Musik di Berlino. Trattandosi di violinisti, tutti sembravano portati più o meno uniformemente per lo strumento e tutti dedicavano all’esercizio lo stesso tempo; all’inizio.

Le differenze iniziarono a mostrarsi con la differenza di tempo impiegato alla pratica. A distanza di 15 anni, i migliori violinisti avevano suonato per circa 10000 ore ciascuno. Con una media di 3,5 ore al giorno in 3 sessioni separate di 60-90 minuti ciascuna. Gli altri violinisti non avevano superato le 5000 ore, con una media di 80 minuti al giorno senza interruzioni.

La conclusione è stata: “Molte caratteristiche che si credevano associate a un talento innato sono in realtà il risultato di una pratica costante per almeno dieci anni”.

L’importanza del riposo

Oltre alla costanza, un’altra importante scoperta fatta da Ericsson è stata che i violinisti “migliori” riposavano in media un’ora in più ogni notte; oltre a concedersi sonnellini per almeno 3 ore a settimana. In pratica si riposavano di più.

Questo risultato smantella le credenze comuni, dato che, di recente, anche imprenditori e uomini di primo piano, hanno rivelato che il segreto del loro successo era nel riposo (leggi qui). Tra tutti anche Jeff Bezos, Cristiano Ronaldo, Usain Bolt, LeBron James e Ariana Huffington,  lo hanno rivelato. Quindi il sonno ottimale è indispensabile per raggiungere l’apice delle prestazioni atletiche e professionali.

In conclusione, per essere i migliori, bisogna, paradossalmente, dormire di più.

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