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Iniziamo dicendo che abbiamo già parlato del materasso in lattice, partendo dalla spiegazione di che tipo di materiale è il lattice (se siete interessati potete leggere questo articolo), quali sono le differenze tra il materasso in lattice e il materasso in memory foam (che potete leggere in questo articolo) e come può essere pulito un materasso in lattice (in quest’altro articolo). Oggi ci occuperemo del processo di produzione del materasso in lattice, dalla raccolta della materia prima alla realizzazione del prodotto finito.

Il lattice e l’albero della gomma

Il lattice, allo stato naturale, è semplicemente la resina dell’albero della gomma, noto nelle sue zone d’origine come caucciù oppure parà. Questa resina collosa deve le sue particolari proprietà all’evoluzione. Infatti, nel corso dei millenni, la pianta del lattice ha sviluppato la resina per difendersi dall’attacco degli erbivori. La resina del caucciù difatti contiene un alto numero di sostanze tossiche, letali per buona parte degli insetti erbivori. Oltre ad essere in grado di bloccare gli apparati digerenti e masticatori di questi, la resina permette di “cicatrizzare” i tagli sull’albero rapidamente. Per l’uomo la resina di caucciù è innocua, eccezion fatta per le persone che soffrono di allergia al lattice, che sono allergiche ad una delle sue componenti: l’eveina. Una molecola che prende il nome dalla pianta, in latino Hevea Brasiliensis.

Di tutte le sostanze contenute in questa resina quella utilizzata nella produzione della gomma è il poliisoprene. Una lunghissima molecola che si lega alle altre molecole simili per creare un reticolato che poi darà elasticità ai prodotti contenti il lattice, come il materasso in lattice. Quando viene sollecitata le molecole si distendono, mentre quando torna ad uno stato neutro le molecole riprendono la loro disposizione iniziale. Le diverse molecole di poliisoprene non sono legate tra loro, quindi il materiale è deformabile, oltre che molto sensibile al caldo e al freddo. Queste pecche vennero colmate da Charles Goodyear, tramite la vulcanizzazione; un trattamento che combina zolfo e di calore che rende molto più resistente il lattice naturale.

La raccolta del lattice

Dopo questa breve premessa scientifica iniziamo a parlare del materasso in lattice, partendo dalla raccolta, anzi dalla piantagione del lattice. Gli alberi della gomma sono coltivati in grandi piantagioni monocoltura; gestite in modo che ci sia un costante ricambio di alberi. Per un albero di lattice sono necessari 6 anni, prima che sia pronto per il processo di raccolta del lattice; dopodiché naturalmente la sua aspettativa di vita si aggira sui 100 anni, che si riducono notevolmente a seconda dell’intensità della raccolta di lattice; tanto che alcuni report attestano una vita media di 35 anni.

Per raccogliere la resina necessaria per la fabbricazione del materasso in lattice il raccoglitore pratica una piccola incisione diagonale rimuovendo un pezzo di corteccia. In questo modo il lattice cola fuori dalla pianta e va a depositarsi in una scodella fissata al tronco. Per via delle proprietà cicatrizzanti del lattice, l’incisione si rimargina nell’arco di 6 ore. L’albero può essere inciso di nuovo il giorno successivo, anche se è preferibile attendere più tempo, per evitare che la pianta si ammali e che la sua vita si accorci troppo. In 1 anno una pianta produce in media 1 o 2 chilogrammi di lattice, se non è sfruttata eccessivamente.

Quanto spazio, tempo e lavoro servono a raccogliere il lattice per un materasso?

Per un materasso in lattice è necessaria una grande quantità di resina di albero della gomma. Un materasso matrimoniale 160×190 centimetri richiede approssimativamente 45 chilogrammi di lattice; per ricavare tutta la resina necessaria servono 12 acri di coltivazione di alberi della gomma ed un intero giorno di raccolta; cifre che vanno dimezzate per un materasso in lattice singolo. Alla raccolta del lattice per un materasso matrimoniale, lavorano solitamente 8 persone, logicamente per un giorno intero.

Una piantagione di alberi della gomma si può estendere per circa 2000 acri, nei quali sono contenuti più di 380.000 piante per la raccolta del lattice. Da queste la resina viene raccolta 7 mesi ogni anno, poiché il raccolto dipende fortemente dalla stagione delle piogge. Un altro fattore che incide sulla quantità di lattice utilizzabile è la presenza di impurità, sporco e acqua in eccesso, che spesso arrivano fino a 1/3 del peso totale della resina non lavorata. Di conseguenza le cifre del paragrafo precedente, che ad una prima lettura possono apparire spropositate, vanno lette tenendo conto anche di questo fattore.

Il lattice ha veramente impatto zero?

Come si può capire, già dal momento della raccolta è necessaria una grande quantità di spazio, di tempo e di lavoro. Se sotto un punto di vista ambientale una grande piantagione di lattice è utile a ridurre la quantità di anidride carbonica nell’aria, riuscendo a “consumare” in un anno quasi 24000 (avete letto bene ventiquattromila) tonnellate di CO2. Sotto un altro punto di vista le grandi piantagioni monocoltura comportano gravi danni all’ecosistema, riducendo sensibilmente la biodiversità delle zone in cui si trovano. Per questo motivo numerosi accordi e normative prevedono che tra una piantagione e l’altra sorgano dei corridoi di foresta necessari a tutelare l’ambiente.

Un altro dibattito in corso è quello sulle condizioni di lavoro al loro interno; molti infatti sostengono che a discapito di quanto voglia trasparire, molti raccoglitori di lattice siano sfruttati e sottopagati. Questo dettaglio va però preso con le molle, poiché molti produttori hanno una politica umana e ambientale più che rispettabile.

La produzione del materasso in lattice

Una volta raccolta e purificata la resina dell’albero della gomma, si può procedere con la produzione del materasso in lattice. Ci sono differenti metodi per ottenere una lastra di lattice per un materasso, tanti quante sono le aziende che attualmente producono materassi in lattice; tutti questi hanno in comune la prima fase, ossia la miscelazione con additivi chimici che aiuteranno poi il composto liquido a solidificarsi.

Vediamo i due metodi storici per la produzione del materasso in lattice:

  • Metodo Dunlop;

    Come abbiamo visto in un nostro articolo precedente, John Boyd Dunlop, provò ad utilizzare le sue conoscenze sul lattice per realizzare dei materassi in lattice di lusso, che furono usati sia sul transatlantico Queen Mary, che dalla famiglia reale britannica.
    Il suo metodo prevedeva che il lattice liquido fosse miscelato, cosicché l’aria entrasse nel composto, in modo da formare una schiuma, che poi veniva trasportata in uno stampo (prima in legno poi in metallo) e in seguito in un forno speciale; dove la schiuma si solidificava. La lastra ottenuta veniva poi lavata, per eliminare eventuali residui liquidi di lattice e altri componenti contaminanti. Infine il materasso in lattice, così ottenuto, veniva asciugato. Il metodo Dunlop permetteva di creare materassi di qualsiasi forma e spessore, grazie alla facilità con cui potevano essere sostituiti gli stampi.

 

  • Metodo Talalay;

    Più innovativo del metodo Dunlop, i materassi in lattice così ottenuti hanno caratteristiche diverse, per via della diversa disposizione molecolare. La miscela di lattice liquido e aria è introdotta in uno stampo sagomato, che viene chiuso ermeticamente. Successivamente l’aria al suo interno viene aspirata, creando il vuoto. In questo modo il lattice andrà ad occupare tutta la superficie possibile. Dopo il passaggio sottovuoto il composto è congelato e poi rapidamente riscaldato; in questo modo si solidifica permanentemente, dopodiché viene rimosso dallo stampo. Questo metodo di produzione del lattice non può essere usato per realizzare grandi blocchi di lattice, così spesso materassi di dimensioni maggiori sono ottenuti incollando assieme blocchi di lattice più piccoli.

Il processo produttivo del lattice oggi, all’interno della Latexco

Latexco è una ditta belga che è attiva nella produzione di lastre per materassi da circa 60 anni. La sede principale si trova a Tielt, in Belgio, con diversi distaccamenti in tutto il globo e più di 600 dipendenti. Le lastre di lattice destinate alla produzione di materassi che vengono prodotte da Latexco sono realizzate utilizzando una particolare tecnologia detta SonoCore, basata sul riscaldamento dielettrico. A differenza del vapore, questo particolare accorgimento permette che la lastra del materasso in lattice sia vulcanizzata in maniera endogena, ossia partendo dall’interno e verso l’esterno.

Per rendere ancora più efficace questo processo è stata necessaria anche una rivisitazione delle componenti utilizzate per realizzare la schiuma di lattice, il risultato è un nuovo tipo di lattice, migliore di tutti i precedenti, oltre che un dispendio energetico degli stabilimenti ridotto significativamente. Il processo produttivo Latexco si articola su 8 diversi passaggi (visibili anche nel video sottostante):

  1. Produzione della schiuma di lattice, mischiando il lattice con additivi e aria;
  2. Sversamento del composto nello stampo;
  3. Vulcanizzazione del composto con processo SonoCore;
  4. Lavaggio della lastra per rimuovere residui liquidi e sporco;
  5. Asciugatura;
  6. Taglio per rimuovere le sbavature e il lattice in eccesso;
  7. Controllo qualità e caratteristiche tecniche;
  8. Confezionamento e imballaggio.

I vari tipi di materassi in lattice

In 90 anni (o quasi) di storia la produzione del materasso in lattice ha quindi conosciuto un notevole sviluppo, dal passaggio dell’utilizzo di stampi in legno e forni a vapore, fino agli odierni stampi in metallo e forni ad induzione. Nonostante tutto questo il prodotto in sostanza è rimasto inalterato, si è differenziato sempre di più non solo per processo produttivo, ma anche per rigidità, spessore e altre caratteristiche. Oggi non è difficile trovare sul mercato un materasso in lattice a zone differenziate (abbiamo già parlato del materasso a zone differenziate in un altro nostro articolo). Queste sono ottenute tramite una “foratura” differenziata, ossia una differente disposizione dei fori di traspirazione, abbinata ad un diametro differente degli stessi.

In base al lattice utilizzato

Oltre a questo e alla naturale suddivisione di materassi in lattice di buona qualità e materassi in lattice di qualità mediocre, esistono tre grandi gruppi di materassi in lattice, a seconda del tipo di composto utilizzato per realizzare la lastra interna. In base a questa classificazione avremo:

  • Materassi in lattice naturale: i più pregiati e costosi, hanno un’altissima percentuale di lattice naturale al loro interno, con pochi additivi, è il tipo più elastico.
  • Materasso in lattice sintetico: meno pregiato, nulla ha da invidiare al materasso in lattice naturale, se non per il fatto che la lastra interna è completamente sintetica e quindi più robusta.
  • Materassi in lattice ibrido o misto: i più diffusi e spesso il miglior compromesso qualità-prezzo, composti da una parte di lattice sintetico e da una parte di lattice naturale; sono più resistenti dei materassi in lattice naturale e più elastici di un materasso in lattice sintetico.

Questi 3 tipi di materassi in lattice sono quelli attualmente presenti sul mercato, anche se tuttavia stanno venendo sempre più spesso soppiantati dai materassi in memory foam, a causa della qualità superiore e del minor prezzo di questi ultimi (abbiamo già parlato di questo in un altro nostro articolo). Nonostante questo il materasso in lattice resta da quasi un secolo un valido prodotto, in grado di soddisfare comunque un gran numero di clienti; soprattutto per chi cerca un prodotto che sostenga adeguatamente il corpo e che dia un riposo del tutto naturale.

 

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