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Alzarsi dal letto in orario è sempre una tragedia. Soprattutto dopo il fine settimana, il rientro del lunedì diventa problematico. Sentire suonare la sveglia la mattina presto è fastidioso e significa svegliarsi intontiti, abbandonando il nostro confortevole materasso.
Per fortuna che sulla sveglia c’è il pulsante “snooze”. La silenzia per qualche momento, permettendoci di rigirarci tra le coperte ed esitare un poco. Peccato che esista anche un “disturbo” collegato ad essa.

Strategie per svegliarsi in orario

Che siate allodole incallite o gufi inguaribili, la sveglia è sempre un momento poco piacevole. Soprattutto in quei casi in cui avete un impegno che vi terrà occupati tutto il giorno, facendovi uscire dal vostro letto prima del solito. Impostare l’ora del risveglio prima del solito è sempre un problema, per questo si è diffusa parecchio l’abitudine di tenere la sveglia (o il cellulare) vicino al letto e silenziarla appena suona, per concedersi i proverbiali “cinque minuti in più”.

Esistono vari modi per manifestare questo disturbo: c’è chi imposta più sveglie distanziate di pochi minuti, consapevole del fatto che le prime saranno ignorate. Chi invece imposta una sola sveglia, molto prima dell’orario in cui deve uscire dal letto per recarsi a lavoro e la posticipa più e più volte, fino a quando non può fare a meno di mettersi in piedi. Ci sono poi quei “virtuosi” che tengono la sveglia o il cellulare lontano dal letto, così da doversi necessariamente alzare.

L’utilità di questi escamotage, impensabilmente diffusi, è piuttosto discussa e dubbia. Tanto che è stata oggetto di ricerche da parte di esperti. Tra questi Dan Ariely, psicologo, rispondendo sul Wall Street Journal, ha affermato che impostare la sveglia prima, con la previsione di posticipare il momento in cui si abbandona il letto, è controproducente. Il nostro corpo difficilmente relazionerà il suono della sveglia e il riflesso di alzarsi. Come dovrebbe essere normalmente.

L’importanza di regolarsi

Secondo il professor Arley riuscire ad alzarsi immediatamente è questione di esercizio. Per farlo basterebbe alzarsi per qualche tempo al primo suono della sveglia. All’inizio potrà apparirci tutto faticoso, ma dopo i primi periodi riusciremo ad abituarci.
Ulteriore consiglio è di lasciare tapparelle, persiane o ante varie aperte, in questo modo, grazie alla luce solare che penetra dalla finestra, la concentrazione di melatonina nel nostro organismo diminuirà e diventerà più facile per noi alzarci.

Gli esperti che studiano il riposo, sostengono inoltre che interrompere l’ultimo momento di riposo con sveglie continue e ripetute è dannoso. Oltre che del tutto inutile. Infatti passeremo dal riposo, benefico e ristoratore, al sonno, semplice assenza di veglia, riducendo drasticamente il senso di benessere che bisognerebbe percepire dopo una notte passata a letto.
Impostare la sveglia prima e poi restare a letto grazie alla funzione “snooze” intacca la capacità del nostro corpo di recuperare energie e scaricare lo stress.

Proprio per questo motivo è stata coniata l’espressione SBS, ossia: Snooze Button Syndrome. Indica questa abitudine e gli effetti negativi che ha sul nostro riposo, quindi sul rendimento della giornata.
Certamente, chiunque possiede un comodo materasso in memory lo lascerà molto malvolentieri, posticipando la sveglia. Bisogna però ricordare che così vanificheremo gli effetti positivi che il materasso può portare al nostro riposo.

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