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XXI secolo, l’era dei social, in cui ogni cosa è smart, cioè immediata e mondiale. Tanto che tutti (o quasi) hanno un profilo sui social network e un account di posta elettronica. Questa diffusione larghissima della tecnologia ha permesso di rendere la distanza cliente – azienda, praticamente nulla grazie ad uno strumento utilizzabile da tutti: la recensione. Questa si suddivide, oggettivamente in due categorie, recensioni positive e recensioni negative, in questo articolo tratteremo le recensioni negative, da un punto di vista oggettivo.

Perché si scrive una recensione?

Partiamo dalla fonte, ossia da quello che c’è dietro una recensione. Perché scriviamo una recensione? Le motivazioni sono molteplici. Una recensione positiva viene scritta perché vogliamo condividere un’esperienza gradevole in un posto visitato o la nostra opinione su di un prodotto acquistato, consigliandolo a eventuali clienti futuri.

La recensione negativa, invece, perché viene scritta? Per mettere in mostra cosa non ci è piaciuto o ci è poco piaciuto di un posto o di un prodotto, che ha disatteso la nostra aspettativa; oppure, perché è successo qualcosa che non è andata come volevamo, quindi ci sentiamo in dovere di far conoscere al mondo la nostra esperienza negativa.

Le recensioni negative, espressione di un’opinione

Ovviamente ogni opinione è fondamentale espressione di una persona, quindi non deve essere messa a tacere. Tanto che il diritto di libertà di espressione è tutelato dalla nostra Costituzione (articolo 21 Cost.). Tuttavia, anche per esprimere le nostre opinioni, esiste un modo “giusto” e un modo “sbagliato”, o meglio diciamo che esiste un modo preferibile ad un altro.

Il confine, in questo campo, è piuttosto sottile, ragion per cui cercheremo di semplificare il tutto, senza dover ricorrere a figure retoriche altisonanti o a termini troppo diretti. Tutto è riassumibile in una sola parola: legalità. Infatti, come esiste un diritto che tutela la libertà ad esprimersi, esiste anche un diritto che modera tale libertà. In modo che il soggetto passivo di una critica possa essere tutelato.

Recensioni negative e diffamazione

Partiamo dal fatto che, affinché una critica possa essere definita tale, quindi tutelata, deve essere anzitutto reale; ossia deve esserci un motivo concreto e veritiero per criticare qualcosa. Questo è possibile praticamente sempre, perché se qualcosa a voi non piace e quindi deve essere soggetta a una critica, è giusto che manifestiate il vostro parere.

Il secondo presupposto alla critica è il lessico con cui è espressa; in soldoni il come la diciamo o scriviamo. È inutile esprimere il proprio parere con toni, termini e modi aggressivi. In questo caso infatti si passa quel confine sottile che separa la libertà di espressione dal reato di diffamazione (articolo 595, co. 3, c.p.).

Certo nessuno può mettere in sordina la vostra opinione; tuttavia è necessario che essa sia espressa senza che siano utilizzate parole che possono essere viste come infamanti nei confronti dell’oggetto su cui vi state esprimendo.

La recensione negativa può essere sempre sbagliata

Ritorniamo al nocciolo della questione: scrivere recensioni negative è possibile, ma non bisogna assolutamente lasciarsi andare a critiche distruttive per due motivi molto semplici:

  • Le recensioni negative possono essere sempre perseguibili, specie se utilizzano termini diffamatori; questo a prescindere dal fatto che siano giustificabili.
  • Anche in caso abbiate ragione e siate stati truffati (in senso oggettivo e assoluto) da qualcuno che possiede un’attività, questo non vi solleva da eventuali condanne, quindi dalla cancellazione dello scritto, pur sollevandovi dal risarcimento danni.

Per meglio farvi capire: in caso acquistiamo un prodotto che non ci piace, nulla ci impedisce di rivolgerci, in via personale e riservata, al venditore, dichiarando: “Il prodotto che ho comprato non mi piace!” Poiché questa è manifestazione, nei dovuti modi, del diritto di libertà di espressione.

Ben diversa è la situazione in cui, dopo aver acquistato un prodotto, che non ci soddisfa, anziché rivolgerci al venditore, iniziamo a pubblicare recensioni negative come: “Il venditore è poco serio e i suoi prodotti fanno schifo! Non comprateli assolutamente!”

Il secondo caso è assimilabile, in concreto, alla diffamazione vera e concreta. Anche se il prodotto acquistato non ci piace, ciò non ci giustifica a etichettare un soggetto come poco professionale e i suoi prodotti come di infima qualità. La qualità dei prodotti, così come la serietà del venditore, può essere stabilita solamente da un giudice; che comunque, in caso ci sia un operato diffamatorio, imporrà a chi lo ha scritto e/o pubblicato di rimuoverlo.

L’ “aiuto” che ci può dare scrivere recensioni negative

Buona parte delle recensioni negative pubblicate sul web sono il risultato di decisioni impulsive, di momenti di rabbia motivati da un’esperienza negativa; quindi spesso tendono all’esagerazione. A questo aggiungiamo che quando scriviamo una recensione negativa, soddisfiamo l’impulso atavico della giustizia fai-da-te.

Di conseguenza difficilmente saranno il prodotto di una lucida analisi della situazione e questo si rifletterà sul risultato finale. Pertanto, scrivere una recensione negativa soddisfa i nostri impulsi primordiali, perché per un momento ci sentiamo degli eroi popolari. Tuttavia non pensiamo al fatto che anziché risolvere il nostro problema, rischiamo di compiere un reato normato dal Codice Penale. Quindi ci creiamo un altro problema, più grave, legato alla citazione in giudizio e alla pena per diffamazione (nel Codice Penale si parla di multe che vanno da 500 €, fino a più di 2000 €, oltre ad eventuale reclusione).

In conclusione…

Nel III millennio, la recensione dell’uomo comune è diventato il metro di misura del gradimento di un’attività, un film, un libro o un oggetto. Questo è un bene, poiché noi stessi possiamo farci un’idea su qualcosa prima di poterla toccare con mano. Tuttavia, non bisogna dimenticare che le nostre idee, pensieri e opinioni vanno manifestati nel giusto modo, nel rispetto degli altri soggetti e delle norme.

È controproducente pubblicare tonnellate di scritti negativi su qualcosa, perché certamente non risolveremo il problema, oltre a rischiare di essere citati in giudizio. La cosa migliore da fare è sempre cercare un modo equilibrato di porsi, sempre e comunque. Questo è difficile, ma certamente molto più utile che armarsi di carta, penna e calamaio, per scrivere feedback negativi diffamatori.

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