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La nostra vita è strutturata su cicli piuttosto regolari, che hanno durate alquanto precise, che sono scandite dal nostro organismo tramite la secrezione, da parte di determinate ghiandole, di sostanze particolari, in reazione a determinati input esterni. Il ritmo circadiano ha una durata approssimativa di 24 ore; da cui deriva il suo nome (circa diem = attorno al giorno), e, tramite un complesso sistema, sincronizza il nostro orologio biologico con il mondo esterno; soprattutto con l’alternanza giorno-notte, dal quale dipende il ciclo sonno-veglia.

Questione di tempi e stimoli

Il ritmo circadiano non è unico per tutti gli individui. Può subire delle variazioni da persona a persona, a seconda della capacità di reagire agli stimoli ambientali e non.
Un esempio di stimoli naturali è dato dall’alternanza tra buio e luce solare; oppure dall’innalzamento e abbassamento della temperatura tra notte e dì; altri possono essere le nostre abitudini  o la nostra routine, come l’orario a cui suona solitamente la sveglia; l’ora in cui consumiamo i pasti e andiamo a dormire.

Una variazione di questi stimoli, dovuta a varie cause come il jet-lag dopo un lungo volo oppure ad uno squilibrio dovuto al cambio di turnazione al lavoro influisce sul nostro ritmo circadiano; variandone la durata e scandendone diversamente i momenti.
Andremo quindi a dormire più tardi o più presto; ci alzeremo più stanchi oppure in anticipo; riserveremo certe attività ad altri momenti della giornata e così via.

Il ruolo del cervello

Nell’uomo, come in tutti i mammiferi, il nucleo soprachiasmatico (SCN), situato nell’ipotalamo, ha la funzione di regolare il nostro ritmo, come un preciso metronomo, elaborando gli input che riceve il nostro corpo. Fondamentali sono le informazioni ricevute dalla retina, che reagisce alla luce solare, esse sono elaborate dal SCN che poi le trasmette alla ghiandola pineale, che regola, come abbiamo già visto in un precedente articolo, la secrezione di melatonina.

Da questo processo si capisce facilmente come il fattore principale ad operare sul nostro ciclo sonno-veglia e sul ritmo circadiano sia l’alternanza luce e buio; per questo addormentarsi con PC, televisori, smartphone e tablet accesi può alterare la produzione di melatonina.

Un ritmo non solo umano

ipotalamoIl ritmo circadiano non è prerogativa degli esseri umani, poiché l’esigenza di regolare le proprie attività a seconda degli stimoli ambientali è stata riscontrata anche negli organismi unicellulari, che reagiscono comunque all’alternanza luce-buio.
Anche le piante hanno un ciclo circadiano; la cosa non dovrebbe stupirci vista la fortissima interazione che i vegetali hanno con l’ambiente che li circonda; la loro capacità di adattare le loro funzioni vitali a seconda della temperatura, ma soprattutto della luce, è essenziale per il successo evolutivo e per la loro sopravvivenza e proliferazione. Infatti il ritmo circadiano vegetale regola il funzionamento della fotosintesi clorofilliana, permettendo alle piante di sintetizzare i nutrienti.
Infine, tra gli esempi degni di nota, curioso è il caso rappresentato dagli organismi sotterranei. Completamente ciechi, quindi incapaci di recepire stimoli luminosi, evolutosi in un habitat povero di stimoli, come il topo-talpa occidentale (Spalax leucodon); hanno comunque un regolare ciclo circadiano.

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