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Parlando di riposo e salute è impossibile non trattare il legame che esiste tra caffeina e sonno; molte volte abbiamo affermato come la caffeina abbia effetti negativi sulla qualità del nostro riposo.

In questo articolo cercheremo di spiegare come funziona questa molecola.

Non solo caffè…

La molecola della caffeina è un alcaloide presente in numerose piante; le più note sono il tè, il caffè e il cacao; il suo nome varia a seconda della pianta da cui è ricavata, ad esempio per il tè si parla di teina; anche se la composizione chimica è sempre la stessa. La funzione originaria della caffeina in queste piante è quella di proteggerle dagli attacchi degli insetti e dei parassiti, avendo un effetto tossico per gli invertebrati che se ne cibano.

L’effetto che ha sull’organismo umano è stimolante, infatti il consumo di bevande contenenti caffeina si è diffuso in moltissime culture in relazione a riti religiosi estenuanti o a momenti in cui è necessario restare a lungo concentrati.

La dose fa il veleno

A Paracelso è attribuita la frase: “È la dose che fa il veleno”. Poiché in eccesso ogni sostanza può essere tossica per il nostro corpo. La caffeina non è da meno, la sua dose letale è di circa 150-200 mg/kg, la quantità di caffeina per causare i sintomi dell’intossicazione è quindi enorme, stimata in un centinaio di tazzine di caffè per un adulto, mentre in caso assumiamo una dose concentrata in pillole il dosaggio critico sarà notevolmente più basso.

Come funziona la caffeina

Fatte le premesse, parliamo del funzionamento che la caffeina ha sul nostro organismo: essa stimola il sistema nervoso centrale e pertanto viene utilizzata per contrastare la sonnolenza. Questo suo compito è possibile perché la sua struttura molecolare è simile alla base dell’adenosina, l’adenina. Per questo, quando il nostro cervello rilascia adenosina, le molecole di caffeina, suo competitore, si legano preferibilmente ai recettori, inibendo gli effetti dell’adenosina.

Una conseguenza dell’azione della caffeina è l’aumento dei livelli di adrenalina, che portano ad una reazione a catena; stimolando il sistema nervoso simpatico e aumentando il battito cardiaco, l’afflusso sanguigno nei muscoli, diminuendo l’apporto di sangue alla pelle e agli organi interni. La caffeina viene poi metabolizzata dal fegato e smaltita, a seconda della dose, solitamente il periodo in cui la caffeina resta in circolo nel corpo è di circa 6 ore, necessarie alla sintetizzazione.

Gli effetti sul riposo

In caso assumiamo caffeina prima di andare a dormire la qualità del riposo ne può risentire, proporzionalmente alla quantità assunta e al tempo di assunzione.
Come abbiamo già detto la caffeina inibisce l’azione dell’adenosina; che è la sostanza che ci fa percepire la stanchezza e il desiderio di chiudere le palpebre; “illudendo” il nostro corpo sulle sue reali necessità, di conseguenza sarà possibile comunque addormentarsi, evitando però la fase di sonno profondo. Di conseguenza meglio evitare di concedersi un caffè prima di andare a dormire; poiché quasi sicuramente peggioreremo il nostro sonno, sia per durata che per qualità.

Ricordiamo che la caffeina è classificata tra le sostanze psicoanalettiche; ossia quel gruppo di droghe che eccitano l’attività mentale, come l’anfetamina e la cocaina. E come tali può creare una dipendenza fisica, anche se molto lieve; che porterà ad assumerla con continuità, attivando un circolo vizioso; che ridurrà progressivamente le ore di sonno e il riposo da esse concesso.

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