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Spesso la sera o il pomeriggio, che siamo al lavoro o a casa, in macchina o sul divano, arriva quel momento in cui il nostro corpo, forse affaticato o affamato, si lascia andare ad un sonoro sbadiglio.
Questo riflesso è, parlando in termini semplicistici, un profondissimo e sonoro respiro. Quali dinamiche ci sono dietro questo “maleducato gesto”?
Ossigenare tutto il nostro organismo
Si reputa che lo sbadiglio, con tutti i movimenti ad esso connessi, sia un riflesso necessario per ossigenare il sangue e il cervello, in momenti in cui il livello di attenzione del cervello cala per motivi quali la fame, la noia o il sonno.
Alcuni studi sostengono che sbadigliando riusciamo a far prendere aria ai vasi sanguigni della gola. Abbassando la temperatura del cervello e favorendo così le nostre capacità di ragionamento e l’attenzione.
Ad ogni sbadiglio il nostro livello di attenzione subisce una variazione. Che può essere positiva o negativa a seconda della situazione e del nostro stato fisico.
Altri studi evidenziano come il livello di ossigeno che raggiunge i polmoni dopo uno sbadiglio, sia inferiore a quella che normalmente assumiamo tramite la respirazione. Certo è invece che alla fine di ogni sbadiglio tutti abbiamo qualche momento di benessere. Ci sentiamo un po’ meglio di prima, più distesi e rilassati. Ciò può essere un bene o un male, a seconda del contesto in cui siamo al momento dello sbadiglio.
Sbadigli ed empatia
Si dice che lo sbadiglio sia contagioso, tale detto non è affatto infondato. Esistono diverse ricerche sulla capacità di “contagio” dello sbadiglio. Anzitutto ci sono dei momenti di picco, nei quali è più facile essere colpiti da uno sbadiglio, questi sono quelli a ridosso dei momenti di riposo: mattina e pomeriggio.
Un altro fattore che favorisce l’essere contagiati da uno sbadiglio è il legame empatico creatosi al momento in cui si vede, o si sente, qualcun altro sbadigliare. Se a sbadigliare è un perfetto sconosciuto sarà meno facile reagire, viceversa se a sbadigliare è una persona che conosciamo, come un collega o un compagno di scuola, è più facile reagire sbadigliando a nostra volt. Più il legame è stretto, più velocemente reagiremo.
Umani e animali
Il legame empatico dello sbadiglio è possibile che si verifichi anche tra uomo e altre specie animali. Ad esempio è stato osservato come cani e gatti possano reagire se vedono il loro padrone sbadigliare. Tuttavia non è chiaro se questo riflesso sia dovuto all’abilità degli animali domestici di riconoscere le emozioni umane, oppure sia un risultato dei secoli di domesticazione.
Moltissimi altri animali, oltre a noi esseri umani e agli animali da noi addomesticati sbadigliano, sia pure per ragioni diverse dalle nostre.
Ad esempio Darwin ha osservato che i babbuini sbadigliano in segno di minaccia verso i rivali della stessa specie. Così come alcune specie di pesci.
Nei pinguini lo sbadiglio è parte del rituale di accoppiamento. Il maschio infatti spalanca il becco rivolgendosi verso l’alto, in una specie di “esposizione estatica”.
Nei serpenti lo sbadiglio è più frequente dopo il pasto. Ha la funzione di facilitare la loro respirazione, facendo in modo che la trachea si scopra incamerando ossigeno.
In conclusione lo sbadiglio è un riflesso diffuso, tra tutti gli animali, uomo compreso; anche se i motivi che ci portano a sbadigliare sono soprattutto la stanchezza e lo stress, rendendolo un segnale che forse è ora di andare a riposare, possibilmente su di un buon materasso.