Il sonnambulismo è un fenomeno affascinante e allo stesso tempo misterioso: Ma cosa succede esattamente…
Non c’è dubbio che la pandemia di COVID-19 abbia avuto un forte impatto sulla vita delle persone a livello sociale, economico e personale, che ha avuto anche un impatto sulle loro abitudini di sonno e umore. Tuttavia, i più colpiti sembrano essere coloro che sono stati e stanno ancora combattendo in prima linea: gli operatori sanitari.
Effetti della pandemia COVID-19 sugli operatori sanitari
Secondo i risultati di un’indagine su 1.965 italiani nei mesi da febbraio ad agosto 2020, solo il 29% dei servizi igienici ritiene che la qualità del sonno sia ancora buona. Questo rappresenta un calo del 14% rispetto la situazione prima della pandemia. Questi dati riflettono non solo il maggiore stress e pressione lavorativa di questi mesi, ma anche le conseguenze dei continui cambiamenti di turno. Dalla responsabilità di restare isolati dalla famiglia per evitare possibili contagi e la necessità di aggiornarsi quotidianamente sui protocolli di cura per il Covid-19.
Le conseguenze del deterioramento della qualità del riposo in questa tipologia di lavoratori si riflettono nel loro benessere psicologico. I risultati di uno studio scientifico pubblicato ad agosto che ha monitorato lo stato d’animo, il sonno e altri problemi di salute mentale negli operatori sanitari di diversi paesi. Indicano che durante la pandemia ansia e depressione hanno raggiunto un tasso di prevalenza del 23%, mentre l’insonnia raggiunge livelli che sfiorano il 40%. Questo è un dato preoccupante perché ci sono sempre più prove scientifiche che la privazione cronica del sonno ha conseguenze negative a livello fisiologico e psicologico. Questo può influenzare la tua salute e le prestazioni lavorative in un momento così critico come questo.
Secondo una ricerca il numero di operatori sanitari che utilizzano farmaci per dormire è raddoppiato, attestandosi praticamente a 1 operatore sanitario su 6. Fino al 6% ha iniziato a meditare prima di dormire. C’è anche un aumento del 53% di coloro che si riposano nei giorni liberi, presumibilmente per compensare la mancanza di sonno.
Com’è cambiato il nostro riposo
Per quanto riguarda il resto degli italiani, nonostante quasi 7 su 10 ammettano di avere una qualità del sonno scarsa o regolare, i risultati del sondaggio rivelano che la pandemia ha avuto un impatto minore su di loro. Si osserva una bassa qualità del sonno generalizzata, ma le sue cause principali sono le cattive abitudini del sonno che esistevano già prima del COVID-19.
I numeri mostrano quindi che le abitudini dannose per l’igiene del sonno stanno diventando più comuni. Un terzo degli intervistati dorme meno delle 8 ore giornaliere raccomandate, quasi la metà degli intervistati guarda la TV prima di andare a dormire. Oltretutto 1 su 3 guarda il proprio cellulare, tablet o computer a letto. Solo una piccola minoranza opta per attività che facilitano il rilassamento come la lettura o la meditazione, rispettivamente con il 15% e il 5% della popolazione.
In un momento in cui sembra che i cambiamenti nel nostro stile di vita che il Covid19 ha portato dureranno nel tempo, è più che mai necessario iniziare a migliorare le nostre abitudini di riposo per mantenere una buona salute sia fisica che mentale. Soprattutto quelli che sono in prima linea nella battaglia.